Uguali guerre, diversi diritti.
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I rischi di un diritto di asilo e di un’accoglienza differenziati.

Il 20 giugno ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite nel 2001.

Come ogni anno Babele realizza diverse iniziative di sensibilizzazione sul tema del diritto di asilo e dell’accoglienza, ma in questo momento storico la ricorrenza assume una particolare importanza in quanto mai nella memoria più recente nel nostro Paese e nell’UE, si era vissuta questa percezione della guerra in modo così reale e presente. Nemmeno nei due anni di guerra, dal 1999 al 2001, combattuta alle porte dell’Italia che ha portato alla dissoluzione della ex-Jugoslavia, probabilmente, si è percepito un pericolo così imminente e il rischio di un coinvolgimento diretto in un conflitto dagli esiti imprevedibili, con il rischio di utilizzo di armi atomiche. Le immagini quotidiane trasmesse da tutti i mezzi di informazione di milioni di profughi in fuga dall’Ucraina, in massima parte donne e anziani con bambini, hanno dato origine a una mobilitazione di centinaia di organizzazioni umanitarie europee per contribuire a mettere in sicurezza un popolo in fuga dalla guerra e dalla distruzione della loro vita.

Per la prima volta l’UE ha utilizzato lo strumento della protezione temporanea, consentendo alle persone in fuga di entrare legalmente in area Schengen e di accedere ai sistemi di accoglienza nazionali. Le amministrazioni locali hanno autonomamente messo in atto molte misure per facilitare l’accoglienza e l’inserimento dei minori nelle scuole e nel tessuto sociale. Diversi provvedimenti innovativi sono stati realizzati dal nostro Governo per facilitare la permanenza dei profughi ucraini nel nostro territorio.

Abbiamo accolto con grande favore l’approccio delle nostre istituzioni all’arrivo di oltre 100.000 persone in pochi giorni sul territorio nazionale e abbiamo preso atto, quindi, che di fronte all’emergenza si possano dare risposte positive di accoglienza e protezione.

Il tema che andremo a trattare in questo 20 giugno, quindi, sarà quello della richiesta di un radicale cambiamento nelle politiche nazionali ed europee sul tema della protezione internazionale che, da molti anni ormai, viene affrontato con pratiche di respingimenti illegali, costruzione di muri, accordi con Paesi extra UE per la detenzione di decine di migliaia di persone in campi di trattenimento, riconsegna ai trafficanti di persone in fuga da guerre che non sentiamo altrettanto vicine ma ugualmente devastanti.

Ne discuteremo con Gianfranco Schiavone, presidente ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà) e socio ASGI di cui è fra i fondatori e con i contributi di ARCI, CGIL, USB.

L’appuntamento è il 20 giugno alle 18,30 alla Coop. Robert Owen in contrada Pasone San Giorgio Jonico, ovviamente con la musica e le pucce della cooperativa.

Per Babele APS, Enzo Pilò

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